Questo problema è nato con l’umanità. Il nomadismo fu una
necessità di vita per i popoli primitivi. Essi erano costretti a spostarsi per
procurarsi il minimo indispensabile di cui sostentarsi. Solo con la diffusione
dell’agricoltura i popoli cominciarono a restare sui territori.
Dando uno sguardo panoramico alla storia della civiltà
occidentale, possiamo notare che il fenomeno migratorio è presente in tutti i
suoi momenti di maggior rilievo. Esso varia nella portata, nell’intensità, nel
tono e nelle caratteristiche, a seconda del differenziarsi delle circostanze,
ma ciò non toglie che anche gli uomini lo abbiano sempre sentito come
connaturato alla loro natura. In questo scritto, ci interessa esaminare il
fenomeno dell’emigrazione per come si presenta nel momento attuale, per
l’incidenza che assume nella società mondiale del nostro tempo.
Il fenomeno migratorio, è bene ricordarlo, non appartiene
soltanto alla specie umana, bensì anche ad altre specie animali. Emigrano varie
specie di uccelli, di pesci, ecc. Tuttavia, possiamo individuare una profonda
differenza tra l’emigrazione dell’uomo e quella degli animali. La prima,
guidata dalla ragione, si realizza nell’ambito di un’ampia libertà. La seconda
è regolamentata dalle leggi naturali, soggetta quindi alle ferree leggi della
necessità.
È difficile sapere con certezza assoluta perché il fenomeno
migratorio si verifichi nel mondo animale (intendiamo dire l’individuazione del
suo fine intrinseco). Gli studiosi di zoologia rispondono al quesito,
inquadrando il fenomeno nelle leggi naturali che lo determinano, e fornendone
un’esatta descrizione. Questo è il lavoro dello scienziato che, per quanto sia
più che esauriente dal punto di vista della diligenza, non può soddisfare il
filosofo, che tende a scoprire il fine del fenomeno stesso.
A tal proposito non basta dire, per esempio, che certe
specie di uccelli migratori emigrano da una parte all’altra della Terra per
ragioni climatiche, giacché ciò amplia la descrizione del fenomeno, ma non ne
precisa il vero fine. Nell’uomo, attuandosi liberamente al di fuori delle
necessità delle leggi di natura, i fini sono svariati, legati a motivi
differenti. Volendo chiarire meglio il concetto, possiamo dire che è l’uomo
stesso a stabilire, volta per volta, il fine del suo emigrare. Quanto invece al
raggiungimento di tale fine, il discorso è diverso.
Brano tratto dal libro “Verso quale approdo?” Di Giuseppe
Piroddi
Nessun commento:
Posta un commento