martedì 28 maggio 2019

Paesi comunisti e regimi democratici accomunati dalla ragion di Stato


Intanto nei Paesi industrializzati dell’Occidente si gioiva per la caduta dei regimi comunisti e si evidenziava la superiorità del capitalismo come sistema di governo rispetto al comunismo. Si tendeva, dunque, ad attribuire a quest’ultimo esclusivamente funzioni negative nello sviluppo della storia.

Una posizione con cui non si può essere tuttavia d’accordo, meditando con equilibrio sui fatti che la storia ci ha offerto dalla Rivoluzione russa del 1917, anno in cui si affermava il regime sovietico in quel grande Paese, fino alla sua scomparsa nel 1991, si può sbagliare nel non riconoscere la positività che il regime sovietico aveva esercitato negli eventi storici accaduti nell’arco della sua vita.

A parte lo scopo che lo animava, quello di ritagliarsi anch’esso una zona d’influenza nel mondo, è innegabile che i popoli colonizzati dall’Occidente videro in esso un potente punto di riferimento su cui far leva per le proprie rivendicazioni emancipatrici dal colonialismo che li opprimeva.

Non c’è dubbio che questo abbia aderito alle loro richieste ogni volta che gliele fecero, fornendo mezzi e suggerimenti. D’altro canto, onestà intellettuale vuole che si ammetta che l’atteggiamento della Russia Sovietica non differiva dal comportamento dei regimi democratici occidentali nei confronti dei Paesi di area debole ma che, proprio per questo, essi non dovevano rimproverare nulla alla Russia stessa. Ovvero: se avevano qualcosa da rimproverarle era quello di praticare spietatamente la ragion di stato come del resto facevano anche loro.

Brano tratto dal libro “Verso quale approdo?” Di Giuseppe Piroddi

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Quarta di copertina dell'opera "Verso quale Approdo", del professor Giuseppe Piroddi

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