Non si può dire però che non abbiano lasciato una profonda
traccia del loro passaggio. Una gran parte dei mali che oggi affliggono i Paesi
sottosviluppati sono da attribuirsi alla situazione che hanno lasciato le
potenze coloniali, che non vollero mai intendere, pur avendone (alcune di esse)
ricevuto espresso mandato dalla Società delle Nazioni, di adoperarsi a
preparare quei Paesi loro assegnati, affinché acquisissero una capacità di
governo in vista di una futura indipendenza.
Questo era stato il compito che la Società delle Nazioni
aveva loro conferito ma che regolarmente elusero, badando a derubare il più
possibile quei Paesi e non ad importarvi la loro civiltà, trapiantandovi le
strutture scientifiche, economiche e sociali adatte. Le conseguenze dei regimi
coloniali sono oggi più che mai riscontrabili nella maggioranza dei Paesi
sottosviluppati. Esse sono molte e di difficile cancellazione.
Quei giovani, che intanto avevano studiato nelle università
europee e che si erano posti alla testa dei loro popoli guidandone le rivolte
anticoloniali e portandoli all’indipendenza, non sempre riuscirono ad
instaurare nei propri Paesi regimi democratici. Ciò era dovuto in parte a
condizioni oggettive, nel senso che il popolo era privo di cultura (faceva
eccezione solamente, come ho rimarcato pocanzi, una ristrettissima élite), per
cui non era in grado di recepire, mediante una coscienza propria.
La maggioranza di questi stessi giovani, avendo assimilato
della cultura politica occidentale oltre agli aspetti positivi anche quelli
negativi, inclinava con una certa reticenza verso la democrazia. Alcuni erano
addirittura propensi ad ascoltare i suggerimenti delle potenze coloniali,
facendosi, loro malgrado, paladini degli interessi di quelle potenze.
In tal modo quasi tutte le ex colonie dei Paesi europei,
ottenuta l’indipendenza politica, andarono incontro a sanguinose guerre civili,
dietro le quali per parecchio tempo si nascondeva l’abile regia delle potenze
occidentali. La scomparsa dell’Unione Sovietica e dei regimi comunisti suoi
satelliti, agirono come parti contrapposte, conquistando specifiche zone d’influenza
ed esercitando forme di neocolonialismo, con la scusa di soccorrerle e di
difenderle dagli avversari militari e politici.
Brano tratto dal libro “Verso quale approdo?” Di Giuseppe
Piroddi
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