domenica 2 giugno 2019

Introduzione



Queste considerazioni hanno avuto una lunga gestazione. Il ritardo con cui vengono pubblicate è dovuto alla ritrosia di cui soffro nel rendere noto quanto scrivo, tuttavia il ritardo della loro notorietà non ha tolto nulla alla loro efficacia, poiché i problemi che trattano sussistono ancora, con tutta la precarietà che li ha generati. Anteponendo questa introduzione, ci prefiggiamo, per così dire, l’obiettivo di aggiornarle, sottolineando le problematiche sociali nuove che riteniamo essersi stabilite nella società dei giorni nostri.

Tra l’agosto ed il dicembre del 1989, tutti i regimi comunisti dell’Europa orientale, che costituivano il “Blocco Sovietico”, si dissolsero l’uno dopo l’altro come neve al sole. Nel novembre cadde il celebre “Muro di Berlino”. Nel dicembre la dittatura comunista più radicata fuori dall’Unione sovietica, la Romania di Ceaușescu. L’Unione sovietica cessò di esistere nel 1992, avendo esercitato lungamente una funzione fondamentale nell’assetto del mondo.

Pur non essendo stimatori del comunismo, provammo una certa ammirazione per le strutture statuali che esso aveva introdotto nei Paesi in cui era asceso al potere. Tutti rimasero inoltre sconcertati per la fragilità delle basi su cui poggiavano, come mostrò la loro caduta rovinosa: quegli stessi regimi che avevano preteso di manifestare un potere tanto forte e sicuro, come se avessero esercitato una forma di governo radicata e stimata nei popoli che avevano amministrato.

Con la caduta dell’Unione sovietica, che il presidente americano Ronald Reagan aveva definito, “l’Impero del male”, nel mondo occidentale si diffuse una gioia non sufficientemente ponderata per il fatto che il socialismo era stato definitivamente sconfitto dal liberalismo e che, da ora in poi, ogni contrasto politico sarebbe scomparso per sempre. Padrone del campo era rimasta una sola potenza, quella degli Stati Uniti d’America. Si pensava che stesse sorgendo un’epoca nuova, in cui avrebbe regnato una pace universale.

Stanca di vivere nell’equilibrio della guerra fredda, la gente sprovveduta s’immerse in un’illusoria utopia nella quale la concordia avrebbe dominato incontrastata. Tuttavia la situazione non convinceva molti osservatori e non ci sembrò giusto viverla in maniera passiva. Per questa ragione, in tanti cominciarono a riflettere sul contesto storico-politico di allora con tutte le forze intellettuali di cui erano capaci, per trovare una certezza di fronte allo sbandamento generale diffuso in tutti gli strati sociali. Alcuni subito capirono che l’armonia generale non poteva essere assunta con il criterio di governo di alcun tipo di società, giacché il fondamento vitale delle diverse comunità è costituito dalle loro interne contraddizioni. Del resto, la vita si manifesta con un movimento continuo, irregolare e contradditorio.

Non si credette, inoltre, alla vittoria definitiva del liberalismo sul socialismo. Questi aveva subito un colpo gravissimo che lo costrinse ad arretrare, senza però perdere la sua essenza vitale nel campo socio-politico. In fondo, i limiti politici e sociali del socialismo erano, in senso opposto, identici a quelli del liberalismo. Entrambi avevano costituito le fondamentali strutture su cui si era retta la società moderna e contemporanea, fin dal primo affermarsi della rivoluzione industriale.

La società attuale ha subito notevoli mutamenti rispetto alle società dell’Ottocento e del Novecento. Le grandi rivoluzioni della robotica in generale, della telematica e dell’informatica, tuttora in evoluzione, hanno prodotto mutamenti finora impensati. Il loro costante sviluppo ne produrrà ancora di più sbalorditivi, sicché oggi si parla già di una società post-industriale, senza tuttavia che la fenomenologia sociale abbia subito differenze rispetto all’impronta che la rivoluzione industriale le conferì fin dal suo affermarsi.

Breve introduzione al libro “Verso quale approdo” di Giuseppe Piroddi. La stessa introduzione è presente nel libro, opera dello stesso autore.

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Quarta di copertina dell'opera "Verso quale Approdo", del professor Giuseppe Piroddi

Con le presenti considerazioni storico - filosofiche s’intende indicare il modo di andare oltre le turbative disordinate attualmente vige...